“NOI UTILIZZIAMO SOLO IL 10% DELLE NOSTRE CAPACITA’ MENTALI”

Questa è un’affermazione

di Albert Einstein

 

 

 

COME IO VEDO IL MONDO

di Albert Einstein

 

 

SOCIETA’ E PERSONALITA’

 

Se consideriamo la nostra esistenza e i nostri sforzi, rileviamo subito che tutte le nostre azioni e i nostri desideri sono legati all'esistenza degli altri uomini e che, per la nostra stessa natura, siamo simili agli animali che vivono in comunità. Ci nutriamo di alimenti prodotti da altri uomini, portiamo, abiti fatti da altri, abitiamo case costruite dal lavoro altrui. La maggior parte di quanto sappiamo e crediamo ci è stata insegnata da altri per mezzo di una lingua che altri hanno creato. Senza la lingua
la nostra facoltà di pensare sarebbe assai meschina e paragonabile a quella degli animali superiori; perciò la nostra priorità sugli animali consiste prima di tutto —bisogna confessarlo — nel nostro modo di vivere in società. L'individuo lasciato solo fin dalla nascita resterebbe, nei suoi pensieri e sentimenti, simile agli animali in misura assai difficile ad immaginare. Ciò che è e ciò che rappresenta l'individuo non lo è in quanto individuo, ma in quanto membro di una grande società umana che guida il suo essere materiale e morale dalla nascita fino alla morte.

Il valore di un uomo, per la comunità in cui vive, dipende anzitutto dalla misura in cui i suoi sentimenti, i suoi pensieri e le sue azioni contribuiscono allo sviluppo dell'esistenza degli altri individui.

Infatti abbiamo l'abitudine di giudicare un uomo cattivo o buono secondo questo punto di vista. Le qualità sociali di un uomo appaiono al primo incontro, le sole valevoli a determinare il nostro giudizio su di lui.

Eppure anche questa teoria non è rigorosamente esatta. Non è difficile comprendere che tutti i beni materiali, intellettuali e morali ricevuti dalla società sono giunti a noi nel corso di innumerevoli generazioni di individualità creatrici. Quello di oggi è un individuo che ha scoperto in un colpo solo l'uso del fuoco, un
individuo che ha scoperto la coltura delle piante nutritive, un individuo che ha scoperto la macchina a vapore.

 

Libertà spirituale degli individui e unità sociale

 
E tuttavia solo l'individuo libero può meditare e conseguentemente creare nuovi valori sociali e stabilire nuovi valori etici attraverso i quali la società si perfeziona. Senza personalità creatrici capaci di pensare e giudicare liberamente, lo sviluppo della società in senso progressivo è altrettanto poco immaginabile quanto lo sviluppo della personalità individuale senza l'ausilio vivificatore della, società.

Una comunità sana è perciò legata tanto alla libertà degli individui quanto alla loro unione sociale. E' stato detto con molta ragione che la civiltà greco – europeo -americana, e in particolare il rifiorire della cultura nel Rinascimento italiano subentrato alla stasi del Medio Evo in Europa, trovò soprattutto il suo fondamento nella libertà e nell'isolamento relativo dell'individuo.

Consideriamo ora la nostra epoca. In quali condizioni sono oggi la società e le personalità? In rapporto al passato la popolazione dei paesi civilizzati è estremamente densa ; l'Europa ospita all'incirca una popolazione tre volte maggiore di quella di cento anni fa. Ma il numero di uomini dotati di temperamento geniale è diminuito senza proporzione. Solo un esiguo numero di uomini, per le loro facoltà creatrici, sono conosciuti dalle masse come personalità. In una certa misura l'organizzazione ha sostituito le qualità del genio nel campo della tecnica, ma anche, e in misura notevolissima, nel campo scientifico.

La penuria di personalità si fa sentire in modo particolare nel campo artistico. La pittura e la musica sono oggi nettamente degenerate e suscitano nel popolo echi assai meno intensi. La politica non manca solo di capi: l'indipendenza intellettuale e il sentimento del diritto si sono profondamente abbassati nella borghesia e l'organizzazione democratica e parlamentare che poggia su quella indipendenza è stata sconvolta in molti paesi ; sono nate dittature e sono state sopportate perché il sentimento della dignità e del diritto non è più sufficientemente vivo.

 

Decadimento  della dignità umana

 

I giornali di un paese possono, in due settimane, portare la folla cieca e ignorante a un tale stato di esasperazione e di eccitazione da indurre gli uomini ad indossare l'abito militare per uccidere e farsi uccidere allo scopo di permettere a ignoti affaristi di realizzare i loro ignobili piani. Il servizio militare obbligatorio mi sembra il sintomo più vergognoso della mancanza di dignità personale di cui soffre oggi la nostra umanità civilizzazata. In relazione a questo stato di cose non mancano profeti che prevedono prossimo il crollo della nostra civiltà. lo non sono nel numero di questi pessimisti : io credo in un avvenire migliore.

 

Il sistema economico ostacola la libera evoluzione

 

A mio avviso l'attuale decadenza sociale dipende dal fatto che lo sviluppo dell'economia e della tecnica ha gravemente esacerbato la lotta per l'esistenza e quindi la libera evoluzione degli individui ha subito durissimi colpi. Ma per soddisfare i bisogni della comunità, il progresso della tecnica esige oggi dagli individui un'attività assai minore. La divisione razionale del lavoro diverrà una necessità sempre più imperiosa e porterà alla sicurezza materiale degli uomini. E questa sicurezza unita al tempo e all'energia che resterà disponibile, può essere un elemento favorevole allo sviluppo della personalità. In questo modo la società può ancora guarire e noi vogliamo sperare che gli storici futuri presenteranno le manifestazioni patologiche del nostro tempo come le malattie infantili di una umanità dalle possenti aspirazioni, provocate dalla corsa troppo rapida della civiltà.

 

Valore sociale della ricchezza

 

Sono fermamente convinto che tutte le ricchezze del mondo non potrebbero spingere l'umanità più avanti anche se esse si trovassero nelle mani di un uomo totalmente consacrato all'evoluzione del genere umano. Solo l'esempio di personalità grandi e pure può condurre a nobili pensieri e ad elette azioni. Il denaro suscita soltanto egoismo e spinge sempre, irresistibilmente, a farne cattivo uso.

Si possono immaginare Mosè, Gesù o Gandhi armati della borsa di Carnegie?

 

Perché viviamo

 

Ben singolare è la situazione di noialtri mortali. Ognuno di noi è su questa terra per
una breve visita ; egli non sa il perché, ma assai spesso crede di averlo capito. Non si riflette profondamente e ci si limita a considerare un aspetto della vita quotidiana ; siamo qui per gli altri uomini : anzitutto per coloro dal cui sorriso e dal cui benessere dipende la nostra felicità, ma anche per quella moltitudine di sconosciuti alla cui sorte ci incatena un vincolo di simpatia. Ecco il mio costante pensiero di ogni giorno: la vita esteriore ed interiore dipende dal lavoro dei contemporanei e da quello dei predecessori; io devo sforzarmi di dar loro, in eguale misura, ciò che ho ricevuto e ciò che ancora ricevo. Sento il bisogno di condurre una vita semplice e ho spesso la penosa consapevolezza di chiedere all'attività dei miei simili più di quanto non sia necessario. Mi rendo conto che le differenze di classe sociale non sono giustificate e che, in fin dei conti, trovano il loro fondamento nella violenza ; ma credo anche che una vita modesta sia adatta a chiunque, per il corpo e per lo spirito.

 

Limiti della nostra libertà

 

Non credo affatto alla libertà dell'uomo nel senso filosofico della parola. Ciascuno agisce non soltanto sotto l'impulso di un imperativo esteriore, ma anche secondo una necessità interiore. L' aforismo  di Schopenhauer:  « E' certo che un uomo può fare ciò che vuole, ma non può volere che ciò che vuole » mi ha vivamente impressionato fin dalla giovinezza; nel turbine di avvenimenti e di prove imposte dalla durezza della vita, quelle parole sono sempre state per me un conforto e una sorgente inesauribile di tolleranza. Aver coscienza di ciò contribuisce ad addolcire il senso di responsabilità che facilmente ci mortifica e ci evita di prendere troppo sul serio noi come gli altri; si è condotti così a una concezione della vita che lascia un posto singolare all'humour.

 

Il benessere e la felicità

 

Da un punto di vista obiettivo, preoccuparsi del senso o del fine della nostra esistenza e di quella delle altre creature mi è sempre parso assolutamente vuoto di significato. Ciononostante ogni uomo è legato ad alcuni ideali che gli servono di guida nell'azione e nel pensiero. In questo senso il benessere e la felicità non mi
sono mai apparsi come la meta assoluta (questa base della morale la definisco l'ideale dei porci). Gli ideali che hanno illuminato la mia strada e mi hanno dato costantemente un coraggio gagliardo sono stati il bene, la bellezza e la verità. Senza la coscienza di essere in armonia con coloro che condividono le mie convinzioni, senza l'affannosa ricerca del giusto, eternamente inafferrabile, del dominio dell'arte
e della ricerca scientifica, la vita mi sarebbe parsa assolutamente vuota. Fin dai miei anni giovanili ho sempre considerato spregevoli le mete volgari alle quali l'umanità indirizza i suoi sforzi : il possesso di beni, il successo apparente e il lusso.

 

Un cavallo che tira da solo

In singolare contrasto col mio senso ardente di giustizia e di dovere sociale, non ho mai sentito la necessità di avvicinarmi agli uomini e alla società in generale. Sono proprio un cavallo che vuol tirare da solo ; mai mi sono dato pienamente ne allo stato, ne alla terra natale, ne agli amici e neppure ai congiunti più prossimi ; anzi ho sempre avuto di fronte a questi legami la sensazione netta di essere un estraneo e ho sempre sentito il bisogno di solitudine; e questa sensazione non fa che aumentare con gli anni. Sento fortemente, ma senza rimpianto, di toccare il limite dell'intesa e dell'armonia con il prossimo. Certo, un uomo di questo carattere perde così una parte del suo candore e della sua serenità, ma ci guadagna una larga indipendenza rispetto alle opinioni, abitudini e giudizi dei suoi simili; ne sarà tentato di stabilire il suo equilibrio su basi così malferme.

 

Ciascuno deve essere rispettato

 

II mio ideale politico è l'ideale democratico. Ciascuno deve essere rispettato nella sua personalità  e nessuno deve essere idolatrato. Per me l'elemento prezioso nell'ingranaggio dell'umanità non è lo Stato, ma è l'individuo creatore e sensibile, è insomma la personalità; è questa sola che crea il nobile e il sublime, mentre la massa è stolida nel pensiero e limitata nei suoi sentimenti.

 

La guerra

 

Questo argomento mi induce a parlare della peggiore fra le creazioni, quella delle masse armate, del regime militare voglio dire, che odio con tutto il cuore. Disprezzo profondamente chi è felice di marciare nei ranghi e nelle formazioni al seguito di una musica: costui solo per errore ha ricevuto un cervello; un midollo spinale gli sarebbe più che sufficiente. Bisogna sopprimere questa vergogna della civiltà il più rapidamente possibile. L'eroismo comandato, gli stupidi corpo a corpo, il nefasto spirito nazionalista, come odio tutto questo ! E quanto la guerra mi appare ignobile e spregevole ! Sarei piuttosto disposto a farmi tagliare a pezzi che partecipare a un'azione così miserabile. Eppure, nonostante tutto, io stimo tanto l'umanità da essere persuaso che questo fantasma malefico sarebbe da lungo  tempo scomparso se il buonsenso dei popoli non fosse sistematicamente corrotto, per mezzo della scuola e della stampa, dagli speculatori del mondo politico e del mondo degli affari.

 

 

RELIGIONE E SCIENZA

 

Significato della vita

 

Qual è il senso della nostra esistenza, qual è il significato dell'esistenza di tutti gli esseri viventi in generale? Il saper rispondere a una siffatta domanda significa avere sentimenti religiosi. Voi direte: ma ha dunque un senso porre questa domanda. Io vi rispondo: chiunque crede che la sua propria vita e quella dei suoi simili sia priva di significato è non soltanto infelice, ma appena capace di vivere.

Religiosità cosmica

 

La più bella sensazione è il lato misterioso della vita. E’ il sentimento profondo che si trova sempre nella culla dell'arte e della scienza pura. Chi non è più in grado di provare né stupore né sorpresa è per così dire morto; i suoi occhi sono spenti. L'impressione del misterioso, sia pure misto a timore, ha suscitato, tra l'altro, la religione. Sapere che esiste qualcosa di impenetrabile, conoscere le manifestazioni
dell'intelletto più profondo e della bellezza più luminosa, che sono accessibili alla nostra ragione solo nelle forme più primitive, questa conoscenza e questo sentimento, ecco la vera devozione: in questo senso, e soltanto in questo senso, io sono fra gli uomini più profondamente religiosi. Non posso immaginarmi un Dio che ricompensa e che punisce l'oggetto della sua creazione, un Dio che soprattutto esercita la sua volontà nello stesso modo con cui l'esercitiamo su noi stessi. Non voglio e non posso figurarmi un individuo che sopravvive alla sua morte corporale: quante anime deboli, per paura e per egoismo ridicolo, si nutrono di simili idee ! Mi basta sentire il mistero dell'eternità della vita, avere la coscienza e l'intuizione di ciò che è, lottare attivamente per afferrare una particella, anche piccolissima, dell'intelligenza che si manifesta nella natura.

Difficilmente troverete uno spirito profondo nell'indagine scientifica senza una sua caratteristica religiosità. Ma questa religiosità si distingue da quella dell'uomo semplice: per quest'ultimo Dio è un essere da cui spera protezione e di cui teme il castigo, un essere col quale corrono, in una certa misura, relazioni personali per quanto rispettose esse siano: è un sentimento elevato della stessa natura dei
rapporti fra figlio e padre.

 

Le basi umane della morale

 

Al contrario, il sapiente è compenetrato dal senso della causalità per tutto ciò che avviene. Per lui l'avvenire non comporta una minore decisione e un minore impegno del passato; la morale non ha nulla di divino, è una questione puramente umana. La sua religiosità consiste nell'ammirazione estasiata delle leggi della natura; gli si rivela una mente così superiore che tutta l'intelligenza messa dagli uomini nei loro pensieri non è al cospetto di essa che un riflesso assolutamente nullo. Questo sentimento
è il leit-motif  della vita e degli sforzi dello scienziato nella misura in cui può affrancarsi dalla tirannia dei suoi egoistici desideri. Indubbiamente questo sentimento è parente assai prossimo di quello che hanno provato le menti creatrici religiose di tutti i tempi.

Tutto ciò che è fatto e immaginato dagli uomini serve a soddisfare i loro bisogni e a placare i loro dolori. Bisogna sempre tener presente allo spirito questa verità se si vogliono comprendere i movimenti intellettuali e il loro sviluppo perché i sentimenti e le aspirazioni sono i motori di ogni sforzo e di ogni creazione umana, per quanto sublime possa apparire questa creazione. Quali sono dunque i bisogni e i sentimenti che hanno portato l'uomo all'idea e alla fede, nel significato più esteso di queste
parole? Se riflettiamo a questa domanda vediamo subito che all'origine del pensiero e della vita religiosa si trovano i sentimenti più diversi. Nell’uomo primitivo è in primo luogo la paura che suscita l'idea religiosa; paura della fame, delle bestie feroci, delle malattie, della morte. Siccome, in questo stadio inferiore, le idee sulle relazioni causali sono di regola assai limitate, lo spirito umano immagina esseri più o meno analoghi a noi dalla cui volontà e dalla cui azione dipendono gli eventi avversi e temibili e crede di poter disporre favorevolmente di questi esseri con azioni e offerte, le quali, secondo la fede tramandata di tempo in tempo, devono placarli e renderli benigni. E in questo senso io chiamo questa religione la religione del terrore; la quale, se non creata, è stata almeno rafforzata e resa stabile dal formarsi  di una casta sacerdotale particolare che si dice  intermediaria fra questi esseri temuti e il popolo e fonda  su questo privilegio la sua posizione dominante. Spesso il re o il capo dello stato, che trae la sua autorità da altri fattori, o anche da una classe
privilegiata, unisce alla sua sovranità le funzioni sacerdotali per dare maggior fermezza al regime esistente ; oppure si determina una comunanza d'interessi fra la casta che detiene il potere politico e la casta sacerdotale.

C'è un'altra origine dell'organizzazione religiosa: i sentimenti sociali. Il padre e la madre capi delle grandi comunità umane, sono mortali e fallibili. L'aspirazione ardente all'amore, al sostegno, alla guida, genera l'idea divina sociale e morale. E’ il Dio-Provvidenza che protegge, fa agire, ricompensa e punisce. E' quel Dio che secondo l'orizzonte dell'uomo, ama e incoraggia la vita della tribù, l’ umanità e la
vita stessa;quel Dio consolatore  nelle sciagure e nelle speranze deluse, protettore delle anime dei trapassati. Tale è l’'idea di Dio considerata sotto l'aspetto morale e sociale.

Nelle sacre Scritture del popolo ebreo, si può seguire assai bene l'evoluzione della religione terrore in religione morale che poi continua nel nuovo testamento. Le religioni di tutti i popoli civili, e in particolare anche del popoli orientali, sono essenzialmente religioni morali. Il passaggio dalla religione-terrore alla religione  morale costituisce un progresso importante nella vita dei popoli. Bisogna guardarsi
dal pregiudizio che consiste nel credere che le religioni delle razze primitive sono unicamente religioni-terrore e quelle dei popoli civili unicamente religioni morali. Ogni religione è in fondo un miscuglio dell'una e dell'altra con una percentuale maggiore tuttavia di religione morale nei gradi più elevati della vita sociale.

 

Iddii di forma umana

 

Tutte queste religioni hanno comunque un punto comune, ed è il carattere antropomorfo dell'idea di Dio: oltre questo livello non si trovano che individualità particolarmente nobili. Ma in ogni caso vi è ancora un terzo grado della vita religiosa, sebbene assai raro nella sua espressione pura ed è quello della religiosità cosmica. Essa non può essere pienamente compresa da chi non la sente poiché non vi corrispOnde nessuna idea di un Dio antropomorfo.

L'individuo è cosciente della vanità delle aspirazioni e degli obiettivi umani e, per conTro, riconosce l'impronta sublime e l'ordine ammirabile che si manifestano tanto nella natura quanto nel mondo del pensiero. L'esistenza individuale gli da l'impressione di una prigione e vuol vivere nella piena conoscenza di tutto ciò che è, nella sua unità universale e nel suo senso profondo. Già nei primi gradi dell'evoluzione della religione (per esempio in parecchi salmi di David e in qualche Profeta), si covano i primi indizi della religione cosmica ; ma gli elementi di questa religione sono più forti nel Buddismo come abbiamo imparato in particolare dagli scritti ammirabili di Schopenhauer.

 

La religiosità cosmica non conosce dogmi

 

I geni religiosi di tutti i tempi risentono di questa religiosità cosmica che non conosce ne dogmi ne Dei concepiti secondo l'immagine dell'uomo. Non vi è perciò alcuna Chiesa che basi il suo insegnamento fondamentale sulla religione cosmica. Accade di conseguenza che è precisamente fra gli eretici di tutti i tempi che troviamo uomini penetrati di questa religiosità superiore e che furono considerati dai loro contemporanei più spesso come atei, ma sovente anche come santi.

 

Democrito, Francesco d'Assisi e Spinoza stanno vicini

 

Sotto questo aspetto uomini come Democrito, Francesco d'Assisi e Spinoza possono stare l'uno vicino all'altro.

Come può la religiosità cosmica comunicarsi da uomo a uomo, se non conduce ad alcuna idea formale di Dio ne ad alcuna teoria? Mi pare che sia precisamente la funzione capitale dell'arte e della scienza di risvegliare e mantenere vivo questo sentimento fra coloro che hanno la facoltà di raccoglierlo.

 

Antagonismo tra religione del terrore e scienza

 

Giungiamo così a una concezione dei rapporti fra scienza e religione assai differente dalla concezione abituale. Secondo considerazioni storiche, si è propensi a ritenere scienza e religione antagonisti inconciliabili, e questo si comprende facilmente. L'uomo che crede nelle leggi causali, arbitro di tutti gli avvenimenti, se prende sul serio l'ipotesi della causalità, non può concepire l'idea di un Essere che interviene nelle vicende umane, e perciò la religione-terrore, come la religione sociale o morale, non ha presso di lui alcun credito; un Dio che ricompensa e che punisce è per lui inconcepibile perché l'uomo agisce secondo leggi esteriori ineluttabili e per conseguenza non potrebbe essere responsabile verso Dio, allo stesso modo
che un oggetto inanimato non è responsabile dei suoi movimenti. A torto si è rimproverato alla scienza di insidiare la morale. La condotta etica dell'uomo deve basarsi effettivamente sulla compassione, l'educazione e i legami sociali, senza ricorrere ad alcun principio religioso. Gli uomini sarebbero da compiangere se dovessero essere frenati dal timore di un castigo o dalla speranza di una ricompensa dopo la morte. Si capisce quindi perché la Chiesa abbia in ogni tempo combattuto la scienza e perseguitato i suoi adepti.

 

 

Mirabile accordo tra religione cosmica e scienza

 

D'altra parte io sostengo che la religione cosmica è l'impulso più potente e più nobile alla ricerca scientifica. Solo colui che può valutare gli sforzi e soprattutto i sacrifici immani per arrivare a quelle scoperte scientifiche che schiudono nuove vie, è in grado di rendersi conto della forza del sentimento che solo può suscitare una opera tale, libera da ogni vincolo con la via pratica immediata. Quale gioia profonda
a cospetto dell'edificio del mondo e quale ardente desiderio di conoscere — sia pure limitato a qualche debole raggio dello splendore rivelato dall'ordine mirabile dell'universo —  dovevano possedere Kepler e Newton per aver potuto, in un solitario lavoro di lunghi anni svelare il meccanismo celeste! Colui che non conosce la ricerca scientifica che attraverso i suoi effetti pratici, non può assolutamente formarsi un’opinione adeguata sullo stato d’animo di questi uomini i quali, circondati da contemporanei scettici, aprirono la via a quanti compresi delle loro idee, si sparsero poi di secolo in secolo attraverso tutti i paesi del mondo. Soltanto colui che ha consacrato la propria vita a propositi analoghi può formarsi una immagine viva di ciò che ha animato questi uomini e di ciò che ha dato loro la forza di restare fedeli al loro obiettivo nonostante gli insuccessi innumerevoli.  E’ la religiosità cosmica di prodica simili forze. Non è senza ragione che un autore contemporaneo ha detto che nella nostra epoca, votata in generale al materialismo, gli scienziati sono i soli uomini profondamente religiosi.

 

Elevare gli uomini

 

E’ giusto, in linea di principio, dare solenne testimonianza d’affetto a coloro che hanno contribuito maggiormente a nobilitare gli uomini, l’esistenza umana. Ma se si vuole anche indagare sulla natura di essi, allora si incontrano notevoli difficoltà. Per quanto riguarda i capi politici, e anche i capi religiosi, è spesso molto difficile stabilire se costoro hanno fatto più bene che male. Di conseguenza credo sinceramente che indirizzare gli uomini alla cultura di nobili discipline e poi indirettamente elevarli, sia il servizio migliore che si possa rendere all’umanità. Questo metodo trova conferma, in primo luogo, nei cultori delle lettere, della filosofia e delle arti, ma anche, dopo di essi, negli scienziati. Non sono, è vero, i risultati delle loro ricerche che elevano e arricchiscono moralmente gli uomini, ma è il loro sforzo per capire, è il loro lavoro intellettuale fecondo e capace.

Il vero valore di un uomo si determina esaminando in quale misura e in che senso egli è giunto a liberarsi dall’Io.

 

Pace

 

Gli uomini veramente superiori delle generazioni passate hanno riconosciuto l’importanza degli sforzi per assicurare la pace internazionale. Ma ai nostri tempi la sviluppo della tecnica ha fatto di questo postulato etico una questione di esistenza per l’umanità civilizzata di oggi e la partecipazione attiva alla soluzione del problema della pace è considerata una questione di coscienza che nessun uomo coscienzioso può ignorare.

Bisogna rendersi conto che i potenti gruppi industriali interessati alla fabbricazione delle armi sono, in tutti i paesi, contrari al regolamento pacifico delle controversie internazionali e che i governanti non potranno realizzare questo scopo importante senza l'appoggio energico della maggioranza della popolazione. In quest'epoca di regimi democratici, la sorte dei popoli dipende dai popoli stessi; questo fatto deve
essere presente allo spirito di ciascuno in ogni momento.

 

L'internazionale della scienza

 

Allorquando durante la guerra l'accecamento nazionalista e politico raggiunse il suo apice, Emilio Fischer, il famoso chimico, nel corso di una seduta all'accademia, pronunciò con energia le parole seguenti "Voi non potete far nulla, signori, la scienza è e rimane internazionale.... E questo i grandi fra gli uomini della scienza lo hanno sempre saputo e sentito appassionatamente, anche se nei periodi di complicazioni politiche restavano isolati in mezzo ai loro colleghi di piccolo ingegno. La folla che
dispone del diritto di voto ha, durante la guerra e in tutti i campi, tradito il bene inviolabile che le era stato affidato.

L'associazione internazionale delle Accademie è stata sciolta. I congressi sono stati e sono ancora organizzati con l'esclusione di colleghi di Paesi ex nemici. Talune considerazioni politiche, prospettate con molta importanza, impediscono l'affermarsi di punti di vista puramente obiettivi, il che è tuttavia indispensabile per conseguire risultati elevati.

Che possono fare gli uomini di buona volontà, coloro che non si abbandonano alle tentazioni passionali del momento, per riconquistare ciò che è andato perduto?          I congressi veramente internazionali e di grande portata non possono ancora a cagione dell'attuale turbamento accogliere la maggior parte dei lavoratori intellettuali e le resistenze di ordine psicologico che si oppongono al ristabilimento delle associazioni scientifiche internazionali sono ancora troppo potenti per poter essere vinte da quella minoranza animata da punti di vista e da sentimenti superiori a queste contingenze. Coloro che fanno parte di questa minoranza possono contribuire al ristabilimento delle comunità internazionali mantenendo strette relazioni con gli scienziati degli altri paesi che pensano come loro e intervenendo con tenacia nel loro proprio cerchio d'azione in favore degli interessi internazionali. Il successo in grande si farà attendere ma verrà sicuramente. Non voglio lasciarmi sfuggire questa occasione senza mettere in rilievo, con grande piacere, l'azione singolare di un numero notevole di colleghi inglesi che hanno manifestato attivamente, durante questi anni dolorosi, aspirazioni per il mantenimento della comunità intellettuale.

Dovunque le dichiarazioni ufficiali sono peggiori dell'opinione dell'individuo. Questi benpensanti non devono dimenticarlo, ne devono lasciarsi irritare o indurre in errore: "Senatores boni viri, senatus autem bestia".

Se sono pieno di speranza e di fiducia per quanto riguarda l'organizzazione internazionale generale, questa speranza, più che sul giudizio e sulla nobiltà del sentimento, si basa sulla pressione imperiosa dello sviluppo economico.
E poiché questo deriva largamente dal lavoro intellettuale, compreso quello degli scienziati dalle idee reazionarie, questi ultimi contribuiranno, anche loro malgrado, a creare l'organizzazione internazionale.

Il nostro continente potrà raggiungere una nuova prosperità soltanto se la lotta latente fra le forme tradizionali di Stato, viene a cessare.
La organizzazione politica dell'Europa deve essere decisamente orientata verso l'eliminazione delle incomode barriere doganali. Questo scopo superiore non potrebbe essere raggiunto esclusivamente attraverso convenzioni fra Stati.

La preliminare preparazione degli spiriti è, prima di tutto, indispensabile. Noi dobbiamo sforzarci di svegliare gradualmente fra gli uomini un sentimento di solidarietà che non s'arresti, come è accaduto fino ad oggi, alle frontiere degli Stati. E' una missione difficile: perché bisogna confessare, con mio grande rammarico, che, almeno nei Paesi che mi sono più noti, gli scienziati e gli artisti si lasciano condurre più volentieri dalle meschine tendenze nazionali che gli uomini di azione.

 

LA RICERCA SCIENTIFICA

 

Verità scientifica e no

I fondamenti della ricerca

I quanti di Planck

 

LA QUESTIONE DEL METODO

 

EVOLUZIONE DELLA FISICA: KEPLER E NEWTON

 

EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI REALTA’ FISICA

 

CATTERI DELLA TEORIA DELLA RELATIVITA’

 

COS’E’ LA TEORIA DELLA RELATIVITA’

 

LO SPAZIO, L’ETERE E IL CAMPO

 

ORIGINE DELLA TEORIA DELLA RELATIVITA’ GENERALIZZATA

 

IL TESTAMENTO SPIRITUALE DI ALBERT EINSTEIN

Il messaggio contro la guerra atomica