MONTEFORTINO

 

DIZIONARIO COROGRAFICO D’ITALIA 1868

di A. Amati - Stralcio: Montefortino

 

MONTEFORTINO. — Comune nelle Marche, prov. e circond. di Ascoli Piceno , mand. di Amandola.

Ha una superficie di 7766 ettari.

La sua popolazione di fatto, secondo il censimento del 1861, contava abitanti 2398 (maschi 1089 e femmine 1309); quella di diritto era di 2571.

La sua guardia nazionale consta di una compagnia con 62 militi attivi.

Gli elettori politici sono inscritti nel collegio di Ascoli Piceno; nel 1867 erano 20.
L'ufficio postale è ad Ascoli Piceno.
Appartiene alla diocesi di Fermo.
Il suo territorio, benché montuoso, pure produce cereali ed abbonda di pascoli, quercie e di altri alberi che danno molta legna da fuoco. Vi scorre il fiume Tenna, che prende quivi origine.

Montefortino giace sul fianco meridionale di una collina alquanto amena. Alla cresta
di essa esistono i resti di rispettabili fortilizi , dai quali il paese prese il suo nome. Conta vari fabbricati osservabili sia per la buona architettura, sia per la loro grandezza e solidità. La sua bella residenza municipale è ricca di una piccola galleria di buone pitture, fra le quali distinguonsi pregevoli originali. Essa è dovuta alle generose aspirazioni del chiaro pittore Duranti Fortunato, della cui rispettata memoria il paese grandemente si onora.

La collina che è sede dell'abitato, a notevolissima distanza è chiusa come in un anfiteatro dalla catena degli Appennini, e da altri monti, che costituiscono un pittoresco panorama. Riparato com'è dai venti del nord e dell'ovest, il suo clima è assai temperato, comunque le nevi vi cadano spesso e copiose.
Possiede pubbliche scuole elementari. Ha un concerto musicale assai ben diretto. Vi si celebrano annualmente fiere di qualche importanza agli 8 di maggio, nella seconda festa di
Pentecoste, al 14 di settembre ed al 13 e 26 di dicembre.

Montefortino dista 39 chilometri a maestro da Ascoli Piceno e circa 6 a libeccio da Amandola.

Il più antico stemma municipale si vede in un muro rimasto intatto del fortilizio, ora Torre dell'Orologio. Questo dipinto, ottimamente conservato, rimonta senza dubbio alla metà del secolo XV, e fu eseguito precisamente dopo la distruzione del forte avvenuta per opera dei Fortinesi nel 1442. Gli emblemi di questo più antico stemma consistono in cinque monti con due grossi alberi in campo rosso, appiè de'quali scorrono due fiumi. Nello statuto comunale impresso in Macerata nel 1568 per Sebastianum Martellinum, agli emblemi superiormente indicati si veggono aggiunte due chiavi decussate con corona nel mezzo, ed è quello che oggi continua ad essere in uso. Secondo la più probabile ed accreditata spiegazione che può darsi a detti emblemi, i cinque monti indicano i tenimenti già incamerati, che il comune possedeva negli Appennini, che fanno parte del suo territorio; gli alberi possono denotare le abbondanti selve che coronavano quei tenimenti. I fiumi, l'origine del Tenna e dell'Ammaro, oggi Ambro, influente del Tenna medesimo. Sembra che le chiavi e la corona feudale possano alludere al possesso degli oggi diruti castelli Volubro e Manardo, posti il primo alla sorgente del Tenna, e l'altro a quella dell'Ammaro, i quali col diritto feudale vennero dal municipio comperati, esonerandone gli abitanti dal vassallaggio verso i signori che li possedevano.

 

 

 

Parte delle surriferite notizie e lo stemma debbonsi alla

cortesia dell'onorevole Municipio di questo comune.

 

 

 

 

“ ....... dopo la distruzione del forte avvenuta per opera dei Fortinesi nel 1442”

     Nota: I Fortinesi hanno distrutto il loro castello? Fateci sapere ....... lacerquasacra@email.it

 

 

Stemma attuale

Anno 2000

 

I castelli sono

stati distrutti :

le chiavi non servono più